Paola già da ragazzina non potevi non notarla: il sorriso sempre stampato in faccia, i capelli cortissimi, la parlantina sciolta e brillante.
Da una compagna di banco così “esplosiva” non potevi non farti coinvolgere: le devo tante risate, scherzi e un gran numero di bei ricordi, tanti momenti di autentica spensieratezza passati a scuola.
Sin da allora, eravamo alle medie, se ci avessero chiesto quale tra noi, da grande, sarebbe diventato sindaco della città, credo che tutti, senza esitazione, avremmo indicato lei, quella compagna estroversa che aveva sin da allora il carisma e la determinazione di una piccola leader.
(foto Rossana Natalicchio)
La passione più grande
“Quando vuoi una cosa allunga una mano e prenditela”: era questo il motto di casa Natalicchio fin da quando Paola era una bambina. Una bambina gioiosa, vivace a cui piaceva la scuola e che amava stare al centro dell’attenzione, ma che più di tutto il resto aveva una vera grande passione, così grande da aver deciso sin da piccola che quello sarebbe stato il suo mestiere.
Una mamma super eroe
Paola ha avuto una mamma lavoratrice, un classico esempio di donna equilibrista in perenne esercizio di conciliazione tra famiglia e lavoro. Lavorare a tempo pieno e non far sentire la propria assenza ai figli è possibile?
Gli anni del liceo
Anni fondamentali quelli del liceo: anni scanditi da bellissimi viaggi, da grandi amicizie e dalla scuola naturalmente. Quanta importanza hanno i professori nei quali ci siamo imbattuti per le nostre biografie?
Lorella Cedroni, l’importanza di studiare
Una delle figure femminili più significative nella storia di Paola è la professoressa di Comunicazione Politica, incontrata a Roma durante gli studi universitari alla Sapienza, Lorella Cedroni. Una presenza luminosa che lascia un segno indelebile nella formazione della nostra protagonista. Lorella le consegna un primo fondamentale insegnamento: è importantissimo non avere fretta e, prima di buttarsi nel lavoro, studiare, studiare moltissimo.
“Ereditiamo, da Lorella Cedroni, le sue intense riflessioni sulle pari opportunità e la rappresentanza politica, in particolare, la cittadinanza della donna, per usare una definizione kantiana “cittadinanza passiva”, ampie considerazioni in ambito della comunicazione politica e dell’opinione pubblica, sistemi di partito nei paesi europei, il linguaggio politico e della comunicazione elettorale.”
(foto di Lorella Cedroni dal profilo Fb di Paola)
Nel cuore del governo del Paese (in infradito)
Ancora giovanissima grazie all’incontro fortuito con l’allora ministro delle Politiche Giovanili e dello Sport, Giovanna Melandri, Paola finisce a fare il capo ufficio stampa di un ministero.
Il suo arrivo a Montecitorio non è proprio dei più convenzionali…
Ritorno alla scrittura. L’esperienza all’Unità
Conclusa la parentesi da portavoce, Paola torna al suo primo grande amore, la scrittura.
Lo fa grazie alla terza figura femminile importante per il suo percorso che la porta a fare l’esperienza breve ma intensa a l’Unità, Concita de Gregorio.
Mondo precario
I giovani, lo sappiamo, appartengono a una generazione di precari, almeno per la gran parte lavorativamente sprovvista di tutele e di protezioni. Paola a questo proposito ricorda una battaglia importante, proprio a tutela delle donne, combattuta con il collettivo di giornalisti precari Errori di Stampa contro una vergognosa clausola, all’interno di alcuni contratti RAI, che discriminava duramente le donne nel caso in cui fossero rimaste incinte. Una pratica purtroppo tristemente nota proposta e spesso subita da molte donne in ambiti lavorativi anche assai diversi fra loro.
(foto Marta Rossi dal profilo Fb di Paola Natalicchio)
Costruire catene di sfondamento
Ci sono ancora dei forti pregiudizi che insistono sulle donne e alcuni fattori strutturali di svantaggio dai quali forse non è ancora possibile sfuggire, ma ci sono anche forme di resilienza già messe in campo da giovani donne e giovani uomini e alcuni antidoti che è possibile adottare.
Paola ha due consigli per le donne che vogliono fare la differenza e non arrendersi a chi le vuole sempre un passo indietro rispetto agli uomini.
Il mestiere di sindaco
Sono pochissime le donne sindaco in Italia, intorno al 7% rispetto al totale dei comuni italiani, ed è ancora forte la disuguaglianza, nel nostro Paese, tra uomini e donne rispetto alle possibilità di carriera politica o dirigenziale.
Eppure c’è qualcosa, un valore aggiunto, forse un’attitudine particolare che solo loro possono apportare.
(foto dal profilo Fb di Paola Natalicchio)
La rinuncia più grande
L’aspetto più doloroso del suo lavoro Paola lo rivela senza nascondere l’emozione che attraversa questo passaggio del suo racconto e che riguarda la distanza dalla sua famiglia e da suo figlio.
“Pendolari della famiglia”, li ha definiti l’Istat, alla luce di un fenomeno che oggi riguarda in Italia quasi due milioni e mezzo di persone, di cui 650 mila formano stabilmente nuclei di “famiglie a distanza”, con numeri in perenne crescita, e dove le donne in trasferta sono sempre di più. Coppie tra i trenta e i quarant’anni con buone specializzazioni e buone professioni, “costrette” dal lavoro a vivere in città diverse, regioni diverse, a volte, anche in nazioni diverse. Eppure pronte a una vita fatta di acrobazie e distanze pur di vivere il più possibile, e nonostante, tutto i propri affetti senza che questa condizione pesi troppo.
Le donne che per scelta o necessità conducono questa vita sono assolutamente invisibili a livello mediatico: è ai papà che si pensa, nell’immaginario collettivo, quando si parla di pendolari del week-end e lo rivela anche la pubblicità. Accade così che anche un semplice spot può ferire. Ce lo racconta Paola.
La uegnòstr e altri pregiudizi
Le donne e particolarmente le donne in politica, devono essere resistenti e resilienti rispetto a un mondo percepito per troppo tempo appannaggio esclusivo maschile e, proprio per questo, capace di essere ancora assai respingente e violentemente sessista. Possono i pregiudizi sessisti, duri a morire, trasformarsi in una risorsa per le donne? Paola pensa di sì, nonostante ci racconti di aver subito numerosi episodi di discriminazione in tal senso.
(foto di Roberta Binetti)
Futuro precario
Fare il sindaco non esenta dall’incertezza verso il futuro, anzi, Paola però qualche sicurezza ce l’ha: ci sono almeno due cose alle quali non vuole continuare a rinunciare troppo a lungo.
Quasi la felicità?
Ci sono molti luoghi comuni attorno alla figura del sindaco: spesso ad esempio si pensa che rivestire questa carica porti ricchezza, popolarità, potere. Ma è proprio così? Paola ci racconta com’è davvero, dal suo punto di vista. Cosa si guadagna e che cosa si perde.