
C’è sempre almeno una donna importante dietro ognuna delle protagoniste delle storie che abbiamo incrociato per questo progetto: un’insegnante che durante gli anni scolastici ha proposto la bellezza di imparare cose nuove, una zia con la quale si sono passati momenti felici o vissuto piccole trasgressioni, una compagna di militanza politica e, naturalmente, molto spesso, ci sono le madri. Madri che con il loro lavoro, la loro dedizione, la loro forza sono riuscite ad infondere coraggio e fiducia.
Madri che hanno saputo rimanere accanto alle proprie figlie nei momenti di passaggio, quando andava fatta una scelta o quando c’erano da affrontare nuove sfide.
Sfide piccole e grandi. Come può essere attraversare una piscina durante una gara di nuoto, una di quelle circostanze che, a undici anni, davvero può sembrare un’impresa impossibile.
Mariaserena è una libraia. Dopo gli studi a Bologna, ha lavorato in una storica libreria per bambini del capoluogo emiliano, poi però ha fatto una scelta: lasciare un lavoro sicuro, con contratto a tempo indeterminato, per affrontare la sua sfida, per dimostrare a se stessa che poteva farcela, che poteva ancora attraversare quella piscina da sola.
Non ci si improvvisa libraie, c’è del mestiere dietro. Spesso la passione per la lettura fa sembrare semplice questo lavoro, ma dietro la vetrina colorata di una libreria ci sono competenze, esperienza e capacità di relazionarsi con i clienti.
Andare in libreria
Andare in libreria è sempre un vissuto multisensoriale: puoi toccare le copertine, guardare e leggere le prime pagine di un libro che ti incuriosisce, ascoltare la musica che c’è sempre di sottofondo. Quando entro in libreria, non so se anche a voi capita, io abbasso automaticamente la suoneria del cellulare perché mi mette a disagio quando squilla in quel luogo. Sarà forse per una certa riverenza nei confronti del sapere racchiuso in quelle centinaia di volumi disposti sugli scaffali, ma a me succede sempre di muovermi con una certa circospezione e in religioso silenzio.
Vero è che a volte la libreria è anche un posto colorato, perfino caotico, specie tra gli scaffali dedicati ai bambini.
Mariaserena ha deciso di destinare una parte consistente della sua libreria ai giovani lettori, anche perché, forse è banale dirlo, ma rappresentano un investimento sul proprio futuro.
E ancora gira e spera
ancora di trovare
qualcuno che abbia voglia
di starlo ad ascoltare,
qualcuno che capisca
che sbagliando, per prova,
con una storia vecchia
si può fare una storia nuova.
Gianni Rodari, Le storie nuove
Coraggio
Fare impresa da sole, in un paese della provincia del Sud Italia, non è come trasferirsi nel deserto ma certo non è una cosa che tutti hanno il coraggio di fare.
Anche quando si sceglie di intraprendere da sole, è fondamentale riuscire a circondarsi di persone con cui collaborare.
Le difficoltà non mancano, specie in alcuni periodi dell’anno quando si sente di più la solitudine. Di sicuro avere qualcuno con cui confrontare le proprie idee, con cui condividere il rischio, rende più lieve affrontare i problemi che possono presentarsi quotidianamente, Mariaserena però non si lascia scoraggiare facilmente: è importante essere propositivi e non restare mai fermi, chiusi in negozio. Se i clienti non vengono in libreria bisognerà andarseli a cercare avvicinandoli con le presentazioni, i laboratori per bambini, gli eventi.
Il mestiere della libraia
Le librerie, almeno quelle piccole e indipendenti, sono luoghi che hanno spesso un’atmosfera speciale, quasi fuori dal tempo. A differenza di quelle simili a fast food dei grandi centri commerciali, sono luoghi in cui hai ancora la possibilità di muoverti con calma, di godere del silenzio, circondato da persone concentrate nella lettura o nelle quarte delle copertine. Eppure spesso verrebbe da chiedersi se ha ancora senso aprire una libreria oggi, nell’era digitale, quando la carta e i libri sembrano essere diventati, perfino a scuola, qualcosa di sempre più obsoleto, da superare e integrare con strumenti multimediali.
In Italia oltretutto, si sa, si legge sempre meno. Anche nel 2014 i lettori di libri sono diminuiti rispetto all’anno precedente, confermando una tendenza negativa avviata nel 2010.
In particolare l’Istat assegna ai lettori della Puglia il penultimo posto nella classifica nazionale, con il 26,8 % dei pugliesi che ha letto almeno un libro nel 2014 contro una media nazionale del 41,1.
Ma è davvero possibile pensare ai libri come a qualcosa in via di estinzione? Di sicuro per promuovere un cambiamento bisognerebbe puntare sulle nuove generazioni.
A salvare i libri, in realtà, ci pensano proprio le donne. La popolazione femminile, infatti, mostra una maggiore propensione alla lettura già a partire dai 6 anni di età: complessivamente il 48% delle femmine e solo il 34,5% dei maschi hanno letto almeno un libro nel corso dell’anno. Anche quello di libraia sembra essere un lavoro scelto prevalentemente dalle donne.
Consigli di lettura
I libri hanno sempre fatto parte del mondo di Mariaserena come una buona abitudine anche quando ancora non sapeva che sarebbero diventati il suo mestiere e il suo “destino”.
Alcuni di essi hanno lasciato il segno più di altri e Serena raccomanda alle giovani ragazze – e a tutti – due letture in particolare di quelle che hanno segnato il suo percorso e che di sicuro hanno contribuito fortemente alla sua formazione.
Tornare
Cosa ci spinge a fare scelte come quella di tornare, di lasciare il certo per l’incerto?
Spesso, alla base delle decisioni più importanti della nostra vita, ci sono motivazioni e sensazioni solo apparentemente irrilevanti. Forse, a volte, ci serve darci motivazioni lievi per non prenderci troppo sul serio, perché forse, se rendiamo un po’ più semplici i motivi che ci spingono a compiere delle scelte impegnative, forse riusciamo ad affrontarle con più slancio.
Una qualità particolare della luce al tramonto, i suoni dell’ambiente che tornano familiari, il desiderio di ritrovare gli odori che ci hanno accompagnato da piccoli… tutto questo può bastare a risolversi a compiere un viaggio di ritorno anche se questo significa allo stesso tempo fare un salto nel buio.
Vuol dire tornare per provare a prendersi uno spazio rimasto magari ancora vuoto, carichi di quel bagaglio di esperienze che il vivere lontano da casa ha permesso di accumulare.