Quasi ogni giorno alziamo la testa e scopriamo subito che non siamo soli. Non perché io creda agli angeli o agli extraterrestri che ci osservano dall’alto. Piuttosto una cosa che mi ha sempre colpito è la quantità di aerei che ogni giorno, a tutte le ore, sorvolano lo spazio di cielo sopra di noi. Ci sono siti che mostrano in tempo reale questo affollamento. Prendere un aereo, partire, non è mai stato così facile. E penso alle difficoltà che non secoli fa, ma fino a trenta quarant’anni fa incontrava chi ad esempio si spostava da un continente all’altro.
Controllora del traffico aereo
Di giorno ci sono intrecci di scie bianche che al tramonto sfumano tra il rosa e l’arancio, di notte poi quelle lucette che brillano a intermittenza non sono stelle particolarmente ammiccanti, ma velivoli in volo, carichi di persone portate in giro per il globo. Essere “cittadini del mondo” passa anche per la possibilità di spostarsi, per un viaggio di lavoro o per una vacanza, con la stessa semplicità con cui prendiamo un autobus sotto casa.
Ma quanto sono affollati i nostri cieli lo abbiamo scoperto davvero quando abbiamo incontrato (durante il nostro incontro con) Monia, che di lavoro fa la Controllora del traffico aereo al Centro Radar di Brindisi.
Il Centro Radar
Visitare il Centro Radar di Brindisi non è un’operazione semplicissima. Servono autorizzazioni, si passa una serie di controlli e ci si muove nei corridoi e nelle sale sempre accompagnati da qualcuno. C’è un’atmosfera silenziosa, si respira una forte concentrazione, ed è percebile la tensione di chi lavora ai terminali.
Genitori modello di vita
Un modello molto significativo per la formazione di Monia è stato sicuramente quello di sua madre, operaia, donna forte, volitiva che ha affrontato senza perdersi d’animo i momenti più duri prendendosi cura della famiglia da sola quando è stato necessario. Una famiglia umile, costretta come tante ad emigrare che però riesce a realizzare un riscatto proprio come, senza celarne l’orgoglio, ci racconta Monia.
L’insegnamento di entrambi i suoi genitori è un insegnamento ancora importante per tutte le bambine e le ragazze, soprattutto, nonostante tutto, qui al Sud: le donne devono prima di tutto essere in grado di badare a se stesse, non devono dipendere da qualcuno.
La benzinaia
I percorsi nella vita non sono lineari, ci sono i sogni di quando si è bambine e poi ci sono le scelte fatte per necessità o per passione, gli studi, gli incontri casuali e tutto traccia percorsi inediti che ci conducono in territori inesplorati, mai neppure immaginati.
Stereotipi e pregiudizi
Quando Monia ha iniziato a lavorare, il clima, nel suo ambiente di lavoro di forte impronta maschile e militare, era di forte diffidenza nei confronti delle donne.
Molte cose però, per fortuna, sono cambiate anche se alcuni stereotipi sono duri a morire.
Ma è possibile dare un’impronta femminile a un lavoro come quello della Controllora?
Militanza
Monia l’avevo già incontrata in un’altra situazione alcuni anni fa. Eravamo insieme in una comune agricola che sta vicino Francavilla Fontana, la comune si chiama Urupia ed è una masseria in cui vivono donne e uomini che lavorano la terra, ma soprattutto sperimentano un modo diverso di intendere l’economia e la solidarietà sociale.
Quel giorno c’era una festa con un sacco di cose buone da mangiare, musica, dibattiti, ma soprattutto c’erano molte, moltissime persone e quasi tutti i presenti erano militanti: pacifisti, ambientalisti, persone a vario titolo impegnate in gruppi movimenti o associazioni a tutela dei migranti, dei diritti degli omosessuali, gruppi antirazzisti, un gruppo eterogeneo e rumoroso e tra loro lei, Monia.
E’ dalle altre compagne dell’Arcilesbica che Monia ha imparato a rafforzare la propria scelta di libertà e di autoaffermazione: non è possibile vivere nell’ombra e la sua sfida quotidiana è prima di tutto qui.
Un lavoro stabile le permette di poter di poter essere libera di esprimere quello che è, di poter vivere la propria militanza in pieno. Magari un po’ di paura rimanere sempre in fondo, ma Monia è una donna che ha fatto della consapevolezza, e dell’accettazione di sé, un elemento imprescindibile, un esercizio quotidiano.
Monia, ha deciso di non nascondersi ed essere consapevole perché nell’affermare quello che si è, con orgoglio, vuole dire mettere le condizioni per essere liberi.
E questo può valere non solo rispetto al proprio orientamento sessuale.
Orgoglio è una delle parole che Monia utilizza più spesso.
Unita a consapevolezza, di quello che si prova, dei propri sentimenti.
Monia ha un percorso lungo alle spalle, e si capisce dalla sicurezza con cui parla. Ha avuto anche in un certo senso fortuna perché non le è mancato il sostegno e perché ha fatto gli incontri giusti. Con persone che prima di lei avevano affrontato i temi della discriminazione, della sfiducia e che avevano trovato la risposta giusta.
Inseguendo la felicità
C’è un segreto, per Monia, per riuscire a scoprire chi siamo, cosa vogliamo e cosa possiamo realizzare davvero nella nostra vita. E c’è un modo per perdere sicuramente questa opportunità…
Cosa vuol dire diventare adulti? Cosa vuol dire essere felici? Il lavoro può aiutarci a diventare persone felici?
Monia ci racconta com’è per lei e ci rivela che in fondo la felicità può essere alla portata di oguna e ognuno di noi.
Monia te lo dice innanzitutto con gli occhi che lei ha chiaro quale può essere, o quale è l’obbiettivo della nostra vita: inseguire e provare a raggiungere la felicità. La felicità che riguarda innanzitutto noi stessi.
E che in fondo è l’obbiettivo ultimo della vita di ciascuno.
Si ringrazia ENAV s.p.a., il Responsabile di Brindisi ACC Bartolomeo Pinto, Chiara Laudani e il personale in turno durante le riprese per averle ospitate nella sala radar e negli uffici.